Secondo alcuni recenti collage di pareri e opinioni provenienti dai più disparati e autorevoli produttori di Barolo, il 2022 ha rappresentato un’annata all’insegna della resilienza.
Termine quanto mai abusato negli ultimi anni ma altrettanto calzante nel contesto da quadro a cielo aperto che caratterizza le Langhe piemontesi: i coltivatori sono, di fatti, tutti concordi nell’affermare che l’anno appena trascorso abbia portato con sé tante sfide quante soddisfazioni. “La vite si è confermata una pianta parsimoniosa e con grande spirito di adattabilità.
Ha saputo fare fronte allo stress generato dalle condizioni climatiche e ne è uscita rafforzata. Oggi i frutti stanno offrendo sfumature superiori alle aspettative!” hanno commentato gli esperti della cantina Luciano Sandrone, aggiungendo infine che i due concetti chiave dell’anno appena trascorso sono proprio quelli di “resistenza” e “resilienza”. La siccità, le vendemmie anticipate, inverno mite e asciutto hanno, in parte, colto alla sprovvista: sono molti ad affermare che, in 50 anni d’esperienza, non si era mai verificata un’annata simile.
![Sostenibilità, credit Giuseppe Mondi @unsplash, WiDeSpirit](https://www.widespirit.it/wp-content/uploads/2022/12/Sostenibilita-credit-Giuseppe-Mondi-@unsplash-WiDeSpirit-844x1024.jpg)
Eppure, come sottolinea anche Lorenzo Scavino di Azelia, la natura trova sempre il suo corso: “Le nostre viti vecchie hanno sofferto molto poco la particolare siccità di quest’anno. Le loro radici profonde sono riuscite a trovare l’acqua in profondità e hanno così prodotto uva stupefacente”. I viticoltori stanno già prendendo in contropiede le difficoltà invernali, accentuando laddove possibile i diradamenti, così da alleggerire le piante che, fra scarsità d’acqua e temperature imbizzarrite, possono così tirare un momentaneo sospiro di sollievo.