La rinomata regione vinicola ungherese di Tokaj, come molte altre zone deputate alla coltivazione, sta affrontando una crisi climatica senza precedenti. Nel 2024, la vendemmia è iniziata con un mese di anticipo a causa del caldo record di luglio, il più alto dal 1901.
Questo cambiamento preoccupa molto i viticoltori, poiché temperature elevate e cicli vegetativi alterati rischiano di compromettere la qualità dei celebri vini bianchi della zona. “Il riscaldamento globale – spiegano gli esperti – ha portato a un aumento del 25% dei giorni di crescita, condizione che, sebbene aumenti l’esposizione alla luce solare, rischia di squilibrare lo sviluppo delle uve. Il clima ungherese si sta avvicinando a quello mediterraneo, il che potrebbe rendere il paese inadatto alla produzione di vini di alta qualità come quelli di Tokaj”. I viticoltori stanno già subendo le conseguenze: le vendemmie anticipate stanno modificando le caratteristiche delle uve, con il rischio di produrre vini diversi dalle aspettative dei consumatori.
Mentre alcuni vedono dei potenziali benefici nelle stagioni più calde, come una riduzione delle piogge tardive, la preoccupazione per il riscaldamento globale rimane alta. Tokaj riflette le sfide globali del settore vinicolo, poiché regioni come la Borgogna e la Napa Valley affrontano problemi simili. Il riscaldamento sta già alterando l’acidità, il livello di zucchero e i profili aromatici dei vini. Per mantenere la qualità dei vini di Tokaj, saranno necessari adattamenti, come nuove varietà di uve resistenti al caldo e tecniche di vinificazione innovative. Tuttavia, l’equilibrio tra
tradizione e cambiamento rimane fragile, con il rischio di perdere l’identità che ha reso famosa questa regione.
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