Brasile, assecondando gli stereotipi terra di samba, infinite spiagge immacolate, carnevale e tanto sole. Assecondando i più recenti dati di mercato, invece, terra di buon vino. “Il Brasile è senza dubbio un mercato in crescita – hanno dichiarato alcuni esperti di export management – dove l’Italia figura come paese comprimario.
Deteniamo quote di mercato piuttosto basse, ma con ampi margini di crescita. La partita la si gioca soprattutto sui vini spumante e i rosati. L’Italia, contrariamente a quanto si può immaginare, rimane a distanza sia che si parli di Prosecco che in generale di metodo classico”. 8.516.000 km², 213,7 milioni di abitanti e, quando si giunge alle analisi del mercato vinicolo, 14esimo posto su scala globale: un rialzo di 12 posizioni rispetto il non troppo distante 2020. Una crescita che deve molto all’espansione della forza lavoro e contemporaneamente della domanda proveniente dall’estero, una crescita che sarebbe cominciata, secondo i grafici, già nello scorso decennio.
Il Brasile vanta un consumo annuo di vino al dettaglio di 4 miliardi di dollari, registrando così un notevole incremento del +6,5% dal 2016 a oggi. Mantenendo questa rotta i numeri ci dicono che potrebbe raggiungere il valore di 5,2 miliardi entro il 2026. “L’ultimo dato di incremento registrato è riferito al 2022 ed è pari a 478 milioni di euro. – proseguono gli esperti – Il Brasile supera, dunque, la soglia dei 400 milioni di euro con una crescita del 28%, riferita all’ultimo triennio”. Fra i principali esportatori verso il Brasile incontriamo il Cile e l’Argentina, il Portogallo e gli Stati Uniti.