Nella regione vinicola della Napa Valley, che sovente abbiamo trattato fra le righe delle nostre rubriche, i produttori stanno adottando nuove tecnologie per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico, come siccità e ondate di calore.
Bernat Sort Costa, ad esempio, responsabile della ricerca organica rigenerativa di Grgich Hills Estate, segue sì un approccio tradizionale, monitorando i vigneti di persona, ma l’azienda ha anche iniziato a integrare il tutto con sensori per misurare umidità e livelli di CO2. Grgich Hills, infatti, sta collaborando con Agrology per implementare tecnologie avanzate di monitoraggio del suolo e della vite, aiutando i viticoltori a ottimizzare l’uso dell’acqua e ridurre la loro impronta di carbonio. In Napa e Sonoma, l’adozione di pratiche sostenibili è in crescita, con l’uso di sistemi di irrigazione automatica notturna e sensori di evapotraspirazione per monitorare la gestione dell’acqua.
“I coltivatori – commentano dall’azienda vinicola – stanno inoltre sperimentando tecnologie come l’intelligenza artificiale per gestire meglio l’irrigazione e immagini satellitari per monitorare la salute delle piante. Questi strumenti sono fondamentali per adattarsi alle condizioni climatiche sempre più difficili della California, che minacciano la qualità del vino”. Il cambiamento climatico sta influenzando anche la ricerca genetica: l’Università della California, Davis, sta sviluppando nuovi portainnesti e marze per affrontare le temperature crescenti. Anche se le aziende vinicole celebrano le tradizioni, la sostenibilità e l’innovazione tecnologica sono ora essenziali per garantire la produttività e la qualità del vino californiano in un clima sempre più imprevedibile.
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