Oggigiorno si fa un gran parlare, soprattutto oltreoceano, dei cosiddetti “super tuscan” nostrani. Ma cosa sono e come nasce questa particolare tipologia vinicola? La tecnica è legata, in sostanza, a una storia di ribellione iniziata nel Chianti. I vini del Chianti nascevano da una miscela di Sangiovese e altre uve autoctone come il Canaiolo, mentre ora parliamo grosso modo di uve 100% Sangiovese, le quali hanno tipicamente sapori di frutta rossa brillante ed erbe selvatiche.
I super tuscan, con la loro natura più strutturata e seria, sono l’antitesi dei rossi leggeri e ventilati del Chianti: si tratta, infatti, dei vini rossi prodotti in regione, i quali però non rispettano scientemente le tradizionali tecniche locali per la produzione. Utilizzano, in aggiunto o in sostituzione del sopracitato classico Sangiovese, uve come il cabernet sauvignon. Tutto però, come accennavamo, è scaturito nella dolce terra del Chianti: i vini di questa regione sono stati apprezzati fin dal XV secolo, ma è stato negli anni ‘60 che l’Italia ha iniziato a guardare alla Francia, dove nel 1935 avevano istituito il sistema delle Appellation d’Origine Contrôlée (AOC).
![Fonte foto di Alfons Taekema su Unsplash, Tecnica WideSpirit](https://www.widespirit.it/wp-content/uploads/2023/06/Fonte-foto-di-Alfons-Taekema-su-Unsplash-Tecnica-WideSpirit-861x1024.jpg)
In Italia il DOC arrivò solo in seguito. Uscendo dai regolamenti prefissati, alcuni viticoltori iniziarono quindi a sperimentare uve e assemblaggi differenti nel tentativo di raggiungere qualità diverse, il che, naturalmente, significava che i loro prodotti non potevano più qualificarsi come DOC e dovevano, invece, essere etichettati differentemente. Fortunatamente, per questi viticoltori “ribelli”, gli Americani (e non solo) si appassionarono a queste nuove espressioni toscane, che tendevano a essere più intense e corpose del Chianti DOC. Una passione che, secondo le stime di mercato e d’esportazione, continua ad esser molto vivace e proficua ancora oggi.