Ci è già capitato altre volte di discutere con voi della fantascientifica (eppure anche antica) possibilità di conservare, e far maturare, i vini al di sotto del livello del mare, cullati dalle confortevoli onde e correnti marine. In questo caso, la riproposta-tentativo di questa tecnica (tra le altre cose alquanto sostenibile per l’ambiente) viene dall’estremo oriente.
Ci troviamo, di fatti, a Tokyo: qui la società di pubbliche relazioni, denominata III Three PR, ha lanciato un audace progetto per ravvivare l’economia locale della prefettura di Kagoshima, immergendo 500 bottiglie di vino europeo a 20 metri di profondità al largo della costa dell’isola di Amami-Oshima. Il progetto è stato denominato “cantina di vetro”: non solo mira a invecchiare il vino in un ambiente subacqueo unico, ma anche a trasformare la regione in una destinazione turistica attraente. “La cantina marina di vetro – spiegano gli esperti coinvolti nell’esperimento – è caratterizzata da gabbie in acciaio inossidabile che contengono le bottiglie, promette di diventare un punto di riferimento per il turismo esperienziale, unendo la gastronomia all’avventura.
![Fonte Foto di Su San Lee su Unsplash, Sostenibilita WideSpirit](https://www.widespirit.it/wp-content/uploads/2024/02/Fonte-Foto-di-Su-San-Lee-su-Unsplash-Sostenibilita-WideSpirit-1024x1024.jpg)
Questa innovativa pratica di invecchiamento sfrutta le condizioni fresche e stabili sotto la superficie del mare, offrendo un processo di maturazione unico grazie alla pressione più elevata e alla scarsa illuminazione”. Il progetto non è solo un esperimento enologico, ma si impegna anche per la sostenibilità, poiché la cantina sommersa agisce anche come barriera corallina artificiale, favorendo la biodiversità marina e assorbendo anidride carbonica! Sebbene il metodo sia già diffuso globalmente, si tratta di una novità per il Giappone.