Il conflitto russo-ucraino si protrae, de facto, ormai dal lontano 2014, anche se la vera e propria escalation con relativa invasione si è purtroppo verificata a partire da febbraio del 2022. Comunque la si guardi, come nel caso di qualsivoglia guerra, anche un solo giorno è di troppo, mentre le ripercussioni di quest’ultima vanno avanti addirittura da anni. Nonostante tutte le restrizioni e gli embarghi del caso, tuttavia, Putin e la Russia sembrano non rinunciare al vino italiano.
È quanto emerge da un recente report stilato da Coldiretti, i cui dati parlano chiaro: le esportazioni di beverage nostrani sono cresciute nel 2022, nonostante tutto, del 16%, per un valore record di ben 172 milioni di euro. La ricerca nasce in collaborazione con l’Istat, proprio in occasione e concomitanza dell’avvio del Vinitaly di Verona. Sono stati, infatti, 68 i paesi accreditati al salone internazionale del vino da poco conclusasi, ma la Russia non era fra questi.
![Fonte foto di Nikolay Vorobyev su Unsplash, Mercato WideSpirit](https://www.widespirit.it/wp-content/uploads/2023/04/Fonte-foto-di-Nikolay-Vorobyev-su-Unsplash-Mercato-WideSpirit-792x1024.jpg)
Ciononostante, il popolo russo sembra non voler rinunciare al vino a stelle e strisce, nelle proprie case o nei propri ristoranti in patria. L’Italia riveste il ruolo di primo Paese fornitore di vino in Russia: una quota di mercato che si aggira attorno al 30% e che va a superare addirittura Spagna e Georgia. Ma quali sono i vini più amati in Russia? Secondo l’indagine sarebbero il Prosecco, l’Asti e i d.o.p. toscani, siciliani, piemontesi e veneti. Gli spumanti, infine, sarebbero sulla cresta dell’onda: più del metà di questi calcoli è basata su rendiconti provenienti dal mondo delle bollicine, per un valore di oltre 91 milioni di euro.